mercoledì 11 novembre 2015

Una delle tante battaglie - Un referendum contro la legge Merlin

INTERVISTA A STEFANO COLOMBO
DI CRISTIANA GRASSO

Un referendum contro la legge Merlin? Parla il promotore: «La prostituzione va regolamentata»».

Per gli abituali visitatori di quei piccoli e leggendari universi popolati di donne e costruiti per gli uomini, di quegli spacci legali e «sicuri» dove l'amore si vendeva a ore, con il consenso del sistema e la supervisione del medico, fu un trauma, il crollo di un mito tutto maschile, la fine di un'epoca. Era il 20 febbraio del lontano
1958 e la battagliera signora Merlin poteva finalmente cantar vittoria: la sua legge (tuttora in vigore), volta a combattere lo sfruttamento della prostituzione, era stata approvata, le «case chiuse» in Italia sarebbero state chiuse davvero. Ma ora c'è qualcuno che ha deciso di «vendicare» tutti coloro che a quel tempo piansero calde lacrime vedendo traslocare maitresses e ragazze da quegli accoglienti e caserecci minimarket del sesso, assistendo con dolorosa impotenza alla trasformazione che rese comunque più scomodo e più difficile «acquistare» prestazioni sessuali. Il «vendicatore» si chiama Stefano Colombo, ed è uno dei fondatori del movimento «Alternativa Verde», movimento («apartitico e apolitico», tiene a precisare lui) che si è anche presentato alle elezioni amministrative nel comune di Novi Ligure. Ed è anche a nome di «Alternativa Verde» che Stefano Colombo, 53 anni, professione pittore, comunista fino agli anni Cinquanta, una grande passione per la campagna che soddisfa rifugiandosi spesso nella sua casa di Capriata d'Orba in provincia di Alessandria, ha lanciato la sua sfida alla legge Merlin proponendo un referendum che la abroghi. Per ora Colombo e gli altri 10 firmatari della proposta di referendum hanno presentato la richiesta di autorizzazione alla raccolta delle firme alla Cancelleria della Suprema Corte di Cassazione, che ha dato il via libera. A questo punto quindi si tratta di mettere insieme 500 mila firme, operazione che dovrebbe partire entro aprile, dopo di che, raggiunto l'obiettivo, il percorso verso le urne (a meno che nel frattempo non venga approvata una legge che sostituisce quella del '58) dovrebbe essere piuttosto semplice, «e dalle telefonate e dalle lettere che ricevo assicura Colombo non credo che sarà difficile arrivare a quella quota di adesioni, che cercheremo soprattutto in Toscana, in Piemonte, nel Lazio, in Lombardia, in Liguria e in Emilia». Ma stie cosa accadrebbe se alla domanda posta sulle schede del referendum di Colombo, «Volete l'abrogazione della legge n. 75 del 20.2-1958 denominata legge Merlin?., la maggioranza degli italiani rispondesse «si»? «Final-mente potremmo regolamentare la prostituzione, che ormai interessa un numero enorme di persone, e non solo donne. Chi si prostituisce esercita una professione come le altre e deve avere gli stessi diritti e gli stessi doveri degli altri professionisti, poter contare sull'assistenza sanitaria. ma anche pagare le tasse...». spiega Stefano Colombo. Che ha anche qualche modello straniero da proporre: «Per esempio, quello tedesco. dove le case sono private. controllate dalla Sanità pubblica e adeguatamente tassate». Un «sogno» forse difficile da realizzare, comunque lontano anni luce dalla realtà italiana degli anni 90: quella di un ristretto numero di «privilegiati» che lavorano in case chiuse clandestine e di un esercito di prostitute e prostituti co-stretti a rischiare ogni sera la salute e anche la vita per strada, «perseguitati» da una legge che. anche se non li condanna esplicitamente. prevede una se-rie di reati in cui è facile incappare' dal-l'adescamento agli atti osceni in luogo pubblico, e costretti poi a fare i conti con l'illegalità anche nella ricerca di un tetto sotto il quale lavorare. «È vietato l'esercizio di case di prostituzione sul territorio dello Stato e nei territori sottoposti all'amministrazione di Autorità italiane», recita infatti l'articolo n. 1 di quella famosa legge n. 75, detta appunto legge Merlin. E da allora, da quel fatidico giorno del '58, mille polemiche hanno accompagnato l'applicazioni di quei 15 articoli della legge. polemiche fomentate da anacronistiche nostalgie. ma anche dalla consapevolezza di un vuoto legislativo e di contraddizioni che in effetti non hanno mai risolto il problema della prostituzione. che la legge Merlin non vieta. limitandosi a perseguire «chi invita al libertinaggio in luogo pubblico in modo scandaloso o molesto» e chi «segue per via le persone invitandole con atti e parole al libertinaggio». Nel mirino della legge è naturalmente anche chi concede un locale «a scopo di esercizio di una casa di prostituzione». chi, recita ancora la legge. proprietario o gestore di un locale pubblico, un albergo, una casa ammobiliata, «tollera la presenza di una o più persone che all'interno del locale stesso si danno alla prostituzione». «Ma ora basta, la situazione è insostenibile sbotta Stefano Colombo la prostituzione è il mestiere più antico del mondo e quella legge non lo ha certo cancellato. Semplicemente ha creato nuovi problemi sanitari, di ordine pubblico. Basta guardarsi intorno per capire che la situazione sta esplodendo. per non parlare della questione Aids. lo non taccio certo del moralismo, anzi rispetto chi fa quel mestiere, come rispetto le scelte private di chiunque. Ma credo sia giunto il momento di aprire gli occhi, chiamare le cose con il loro nome e rendere meno pericoloso, per operatori del sesso e utenti, l'esercizio di un'attività che è sempre esistita». Una battaglia, quella di Colombo, Che sembra destinata a far discutere. Se non altro perché, pur con tutti i suoi limiti, la legge Merlin è comunque un valido strumento contro lo sfruttamento della prostituzione. Una volta abrogata si creerebbe quindi un pericoloso «vuoto» nel quale potrebbero venir ri-succhiati i soggetti più deboli (le prostitute di colore, i transessuali), rifiutati dal business «legale» e ancora costretti a lavorare senza garanzie e sul marcia-piede. Ma Stefano Colombo sembra ottimista: «Quella attuale è la peggiore situazione che si possa immaginare. Una volta abrogata la legge Merlin sarà invece finalmente possibile almeno provare a fare qualcosa, tenendo conto naturalmente che gli anni 50 sono passati da un pezzo...». Nessun desiderio di restaurazione allora...? «Assolutamente, io non voglio certo tornare indietro, ripescare vecchi miti. Non ho nostalgia di quelle atmosfere, che per altro non ricordo fossero né sconce né scandalose. Il mio scopo è uno scopo ecologico e libertario; organizzare la prostituzione gioverebbe anche all'ambiente, sparirebbero tutti quei fazzoletti di carta, quei preservativi abbandonati ormai anche in città, e ne trarrebbero vantaggio tutti i clienti e anche chi si prostituisce. Il loro parere? Credo che, se qualche lucciola si è schierata contro la mia proposta, sia solo perché l'idea di dover pagare le tasse a qualcuna non va troppo a genio. Ma a me sembra un piccolo prezzo da pagare in cambio di un netto miglioramento della qualità della vita...

Dicembre 1989

Ne parlò anche Repubblica

Quindi nulla di nuovo sotto il sole, i recenti tentativi di vari elementi politici di abrogare la legge sono reali o solo slogan per accaparrarsi voti?

Forse allora i tempi non erano maturi per accettare una svolta legislativa?
In un' europa dove si grida allo scandalo per i diritti dell' umanità....... manteniamo in vigore leggi che recludono una professione nel limbo dei problemi che mai verranno risolti.
Non sono forse anche loro esseri umani?
O sono solo oggetti da usare alla bisogna e gettare nel dimenticatoio fino alla prossima volta?
Sono l' ipocrisia e la falsa morale i veri crimini da condannare.

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